Zobeide

Zobeide – desire and discipline

Desire is the unmoved mover of the world. It’s the instinctual version of love. Every human work is pushed by desire and, according to Calvino, desires are changeable and unattainable, because we start to wish something else or something different as soon as we get close to achieve what we initially wanted. And it couldn’t be otherwise: the unmoved mover can never stop.
Calvino wrote that Zobeide is an “ugly city”, but this is not due to the fact that its citizens didn’t fulfil their dreams. Zobeide is an “ugly city” because its citizens totally forgot their desires and start living their ordinary life, everyday the same as itself. Zobeide is an “ugly city” because it is a city without architecture: in fact, architecture happens when we are able to build, perpetuate and share our desires. The fundamental aim of any form of art is to free us from the destructive, changeable and individualistic features of desire by turning that instinctive feeling into a self-governed will, also known as love. Zobeide’s citizens have not enough willpower for this great leap from “desire” to “love”, and love is a form of discipline, in the end. But Zobeide can still be saved. This is why we describe it by using a painstaking embroidery work, arranged according to a constructivist composition inspired by El Lissitzky’s “proun”, as a tribute to an artistic movement that embodied a collective dream about a completely new world. Constructivists translated their desire for this brave new world into an artistic production able to give their passion back to us still intact today, almost a century later. Pushing us to keep desiring to reach for the stars or, in this case, for the moon.

Zobeide – desiderio e disciplina

Il desiderio è il motore immobile dell’universo. La forma istintiva dell’amore. Tutte le opere dell’uomo vengono realizzate sotto la spinta del desiderio, ma i desideri sono, come ci ricorda Calvino, mutevoli ed irraggiungibili: perché man mano che ci avviciniamo al loro oggetto, ecco che prontamente cominciamo a desiderare qualcosa di più, o qualcosa di diverso. Nè potrebbe essere altrimenti, perché il motore immobile dell’universo non può conoscere sosta.
Zobeide è una “brutta città”, una “trappola”, non perché chi l’ha costruita non è riuscito a raggiungere il desiderio che inseguiva, ma perché il ricordo stesso di quel desiderio si è dissolto col tempo nella banalità di una vita quotidiana sempre uguale. Zobeide è una “città brutta”, perché è una città senza architettura. L’architettura è un modo per costruire, perpetuare e condividere il desiderio. Questo è il compito fondamentale di ogni espressione artistica: emanciparci dalla dimensione distruttiva, volubile e individualista del desiderio, attraverso un atto di volontà che trasfiguri questo sentimento istintivo in qualcosa di completamente diverso, nella sua forma disciplinata e volontaria: l’amore. Questo atto di volontà è ciò che gli abitanti di Zobeide non hanno saputo o voluto compiere. Ma per noi Zobeide può ancora essere salvata e per questo abbiamo deciso di raccontarla ricamandola con un paziente e disciplinato lavoro di tessitura, descrivendola in forme costruttiviste, omaggio ad un movimento artistico che amiamo e che ha incarnato il sogno collettivo di un mondo diverso, nuovo, traducendo questo desiderio in una produzione artistica capace di restituirci quella passione intatta ancora oggi, a quasi un secolo di distanza. Ricordandoci che non dobbiamo mai smettere di desiderare la luna.

 

 

 

 

Contribution to Mirabilia exhibition.
First stage: 1-15 December 2018 @ Torrione Angioino, Bitonto, Bari, Italy
Second stage: 5-24 Gennaio 2020 @ CasaCava, Matera, Italy
Curators Fabiana Dicuonzo, John Gatip, Giuseppe Resta
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