La Cameretta

Between the end of WWII and the 80s, Italian architects faced the need for new housing blocks to accommodate a population that was growing fast. This long period saw the construction of largely ugly suburbs, with only few examples of good architecture. Gino Valle’s social housing on the Giudecca island is one of the best and most poetic of such exceptions. This was the expressionof a State that tried to give a home to all its citizens, especially to those who were going to start a family. Today, this vision is completely out of time: firstly, because Italy doesn’t invest in real estate anymore, and secondly because, as demographic data suggest, Italian households are nowadays mostly composed of a single person. This is why the kids’ room in Valle’s three-storey apartment symbolizes for us “the last possible kids’ room”, the bedroom where we spent our childhood during the 80s but that we are not likely to design as architects nor to enjoy as parentsWe produced a piece of furniture that is half a shelf, half a dolls’ house. Its design is inspired bythe sophisticated section of Gino Valle’s project. This object defines the room as “the kids’ room” and it is set up with toys and other memorable items from our Millennial childhood. This playful installation aims to loudly statesthat our generation (as architects as well as citizens) should not give up trying to provide quality houses for everyone.

Negli anni ottanta si è chiusa una stagione dell’architettura italiana, iniziata nel dopoguerra, che ha prodotto estesi interventi di edilizia sociale per ospitare una popolazione in rapida crescita. Questa stagione ha visto la costruzione di terribili quartieri dormitorio ma anche la realizzazione di diversi manufatti architettonici di qualità. Il complesso di Gino Valle alla Giudecca ne è uno degli esempi migliori e maggiormente poetici, nonché la chiara espressione di uno Stato che si preoccupava di garantire una casa ai suoi cittadini, in particolare a coloro che intendevano costruirsi una famiglia. Oggi questa visione è inattuale e doppiamente in crisi: in primo luogo perché lo Stato ha rinunciato ad investire sul patrimonio edilizio, ed in secondo luogo perché -secondo l’Istat- ad oggi la maggioranza dei nuclei familiari italiani sono composti da una sola persona. Per questo la camera dei bambini del triplex dell’appartamento alla Giudecca simboleggia, per noi, “l’ultima cameretta possibile”, quella nella quale noi stessi siamo stati bambini negli anni Ottanta, ma che difficilmente avremo l’occasione di realizzare da progettisti e di utilizzare in qualità di genitori. In risposta alla call per la seconda edizione di Unfolding Pavilion abbiamo prodotto un mobile, il cui design è ispirato alla sofisticata sezione del progetto di Gino Valle, che da una parte sia libreria mentre dall’altra una casa delle bambole. Questo oggetto definisce la stanza come “la stanza dei bambini” ed è allestito con giocattoli e altri oggetti memorabili della nostra infanzia di Millennials. Questa installazione giocosa vuole affermare a voce alta che la nostra generazione (sia come architetti che cittadini) non dovrebbe abdicare al progetto di fornire case di qualità per tutti.

a project by False Mirror Office, gosplan, LINEARAMA, pia, UNO8A.
carpenter 81 millimetri
sponsor ALL WOOD & Special Materials
photographer atelier XYZ

Contribution to Unfolding Pavilion @ 16th Venice Architecture Biennale.
Opening: 25 May 2018 @ Giudecca Housing Complex (IACP), calle dei Lavranieri, Venice, Italy