Omnia Vincit Natura

The Statue and the Nymphaeum

The Nymphaeum of Palazzo Lomellino is the ending point of the axis that starts from the entrance hall on the Strada Nuova. The fountain is generated by the fall of water from the water tank on the hill of Castelletto, on the top of the Palazzo gardens, and was designed by Domenico Parodi. He connected the two levels thanks to a unique “grotto”, populated by various statues staging the myth of Fetonte. In the early 18thcentury, a statue representing a falling Fetonte was set in the centre of the sculpted group, turned upside down and washed by the water spilling from a vase, held by a putto. Today, the Fetonte figure – that was made of plaster – is no more present, worn out by the overflowing water, as historian Federico Alzieri noticed in 1875.
(from the “Call for Images”, by Caarpa)

Omnia vincit natura et nos cedamus naturae

The vanished Fetonte of Lomellino Palace symbolizes the final victory of nature over the men will: even if men use art and technology to control and trasform nature, shaping her with new forms, like in the stunning Nymphaeum by Domenico Parodi, this manmade “second nature” has still to obey to the laws of nature herself. Gravity, erosion, chemistry and time deleted the statue of Fetonte. By a twist of fate, the myth of Fetonte could be considered as the greek version of the climate change theory. Every attempt to control nature – nevermind how brave, cultured or sophisticated it is – opens the door to a nature’s unpredictable payback.

La Statua e il Ninfeo

Il Ninfeo di Palazzo Lomellino conclude l’asse di raccordo disegnato tra l’atrio su Strada Nuova, l’androne e il cortile che connette al Giardino sovrastante. L’aspetto monumentale della fonte – che sfrutta la caduta delle acque provenienti dalla cisterna della collina del Castelletto – si deve ad un progetto di Domenico Parodi. Si tratta in realtà di due ninfei connessi l’uno all’altro tramite un unico gesto architettonico che raccorda i due livelli, il primo al piano del cortile e il secondo del terrazzo sovrastante. Il movimento verticale del doppio Ninfeo è ribadito dal soggetto del gruppo scultoreo che mette in scena il mito di Fetonte. Nella configurazione di inizio Settecento, infatti, Fetonte precipitava dall’alto verso il basso accompagnato dalla caduta dell’acqua che sgorgava da un vaso retto da un putto posto in cima alla composizione. Nel Ninfeo odierno, però, il “Fetonte giù capovolto dal cielo e un genietto dall’alto a versar acque da un’urna”, eseguito in stucco e collocato immediatamente sopra il grande arco, non è più presente. La Statua, infatti, è andata via via sciogliendosi fino a scomparire a causa del persistente fiotto d’acqua che la bagnava. Ne dà testimonianza lo storico Federico Alizeri nella suaGuida del 1875 affermando che «Fetonte non tardò ad isquagliarsi al continuo spruzzo e al gocciardella volta».
(cit. dalla “Call for Images” promossa da Caarpa)

Omnia vincit natura et nos cedamus naturae

La scomparsa del Fetonte dal Ninfeo di Palazzo Lomellini rappresenta un’allegoria della vittoria finale della natura sull’opera dell’uomo: nonostante quest’ultimo si sforzi, attraverso l’arte e l’ingegneria, di manipolare la natura per darle una forma antropizzata e grandiosa come quella realizzata nel Ninfeo, questa “seconda natura” – disegnata dall’uomo – non può sottrarsi alle leggi della natura stessa. La gravità, l’erosione, la chimica, il tempo, hanno cancellato il Fetonte, che già – per una diabolica coincidenza – faceva riferimento a un mito classico che potremmo definire la versione greco antica della teoria dei cambiamenti climatici e delle loro conseguenze sulla vita degli uomini. Anche il più coraggioso, colto o sofisticato tentativo di controllare la natura deve essere consapevole che sta aprendo la porta ad una imprevedibile rivincita della natura stessa.

 

 

 

 

 

Contribution to La Statua e il Ninfeo exhibition.
Opening: 24 May 2019 @ Palazzo Nicolosio Lomellino, via Garibaldi 7, Genova, Italy
Photographer Giulia Rosatelli