Piazza Carrara

1. La piazza come somma

Raramente la piazza, elemento principe della città europea e in particolare italiana, si risolve in un gesto e in un disegno unitario. Molto più frequentemente il disegno della piazza va componendosi nel tempo come sommatoria di una serie di interventi successivi e soprattutto non si limita allo spazio vuoto della piazza in sè, ma coinvolge gli edifici che su di essa si affacciano definendone i limiti e i contorni, siano questi edifici pubblici o privati, compresi i loro giardini, cortili, logge e quant’altro. Partendo da questa riflessione, abbiamo voluto ricavare il disegno della piazza dalla lettura degli edifici che la circondano, cercando di tessere più relazioni possibili tra la piazza e il suo intorno, in modo da generare una pluralità di “dialoghi” tra la piazza e le architetture, senza che nessuna voce soverchiasse le altre, com’è d’obbligo per la convivenza nello spazio pubblico. Così abbiamo “prolungato” all’interno della piazza il cortile antistante l’Accademia, che attualmente si percepisce come uno spazio separato. Abbiamo disegnato questa “piazza nella piazza” sfruttando la pavimentazione, e le abbiamo dato una quinta con un arredo urbano metallico (che abbiamo chiamato “la linea”) che si contrappone e allo stesso tempo si richiama alla cancellata esistente. Lo stesso abbiamo fatto con Palazzo Piccinelli che, pur essendo privato e quindi non regolarmente visitabile, svolge nondimeno un ruolo storico di primo piano per la piazza. L’ambito che abbiamo disegnato di fronte al palazzo nobiliare vuole far presentire, all’interno della piazza, il grande parco che “incombe” alle spalle dell’edificio e che in questo spazio geometrico e circondato dalle alberature preesistenti trova il suo naturale prolungamento. Il terzo attore di primaria importanza che si affaccia sulla nuova piazza è il sistema di edifici storici che ospita il GAMeC. Questi edifici, per la loro storia, non hanno un prospetto che si “proietta” all’interno della piazza, ma piuttosto una serie di prospetti su cui lo sguardo scivola con dinamicità, poichè nati come sequenza di prospetti affacciati su una strada (la piazza infatti era un tempo edificata). Un elemento che ha però assunto grande valore urbano dopo l’apertura del museo è l’archivolto che conduce al cortile interno e potrà condurre in futuro fino al Parco Suardi. E’ questo l’elemento che abbiamo deciso di prolungare all’interno della nuova piazza, in modo da generare al centro di essa uno spazio aperto nel quale convivono e si connettono tutti gli spazi aperti di pregio circostanti, una specie di “corte delle corti”. Chi utilizzerà la piazza, cittadino o turista, sarà portato a notare questi spazi di pregio che ne arricchiscono l’intorno e sarà in qualche modo condotto a conoscerli dal disegnod ella piazza stessa. La piazza diventa anche un dispositivo di lettura del tessuto urbano.

2. Un luogo di connessione

Secondo quanto emerge dallo studio del materiale di concorso, Piazza Carrara verrà a connotarsi come punto di snodo di una serie di percorsi che connetteranno importanti aree verdi della città dedicate alla sosta ed allo svago, come i parchi Fara e Sant’Agostino nella Città Alta e il Parco Suardi a sud, in procinto di essere ampliato. La sua attuale configurazione di piazza sistemata prevalentemente a verde non farebbe altro che replicare in piccolo e male dei servizi che si potrebbero trovare a poca distanza e comprometterebbe invece la sua vocazione di spazio di connessione e attraversamento. Per questo motivo abbiamo deciso di eliminare la sistemazione a prato dell’aiuola centrale e di caratterizzare l’intera riqualificazione tramite l’uso di una unica finitura, quella di un cemento architettonico declinato in modi differenti, grazie all’uso di leganti di diverso colore e di inerti di diversa natura, quindi vari per pezzatura e per colore, per differenziare le diverse aree senza mai pregiudicare la totale percorribilità e attraversabilità dello spazio della piazza. Il principio di realizzare la piazza con un manto regolare in cemento architettonico consente anche di mantenere la possibilità di acccedere a tutti gli edifici con autoveicoli per il carico e scarico nonchè per le emergenze. Consente inoltre di garantire la piena accessibilità ai portatori di disabilità motorie.

3. Il dislivello

Piazza Carrara è una piazza inclinata. Questa sua caratteristica deve essere secondo noi uno dei suoi principali punti di forza, che il progetto sottolinea tramite l’inserimento di setti che lavorano proprio con questa variazione di quota, rendendola leggibile e sfruttandola per rendere lo spazio maggiormente funzionale. Questi setti, infatti, sono progettati per racogliere in sè tutte quelle attrezzature utili alla vita di uno spazio pubblico, ma che troppo spesso diventano elementi non progettati che concorrono a generare un senso di caos e di mancato controllo di quello spazio. Nel disegno di questi setti sono perciò integrate le panchine per sedersi, i contenitori differenziati per i rifiuti destinati al riciclaggio, le rastrelliere per il bike sharing, la fontanella, il piedistallo per il busto di G. Carrara e la segnaletica. Ridurre gli elementi che affollano la superficie della piazza vuol dire renderla più facile da pulire e menutenere, e funge da incentivo per i suoi fruitori affinchè la mantengano libera e pulita, non gettando a terra rifiuti e non lasciando auto in sosta vietata. Questi elementi, che chiamiamo “setti”, sono realizzati in struttura metallica e rivestiti da lastre di cemento prefabbricate. Questo tipo di tecnologia permetterà di assemblarle a secco in cantiere impiegando poco tempo e trasferendo la parte più delicata delle lavorazioni in officina.

4. Un programma aperto

Nella piazza si colloca un oggetto leggero, giocoso, aereo. Una “linea”, un arredo urbano realizzato con un profilo circolare a sezione cava in alluminio ottonato che definisce la quinta evanescente della “piazza nella piazza” generata dal prospetto dell’Accademia. Questo oggetto costituisce il tema caratterizzante la piazza, ma allo stesso tempo è un oggetto “garbato”, che non intende rubare la scena agli edifici circostanti, veri protagonisti di una piazza storica come questa. Allo stesso modo, la “linea” tratteggia un programma funzionale vario, che suggerisce la presenza di bambini, di animali domestici, di uccelli – immancabili abitanti delle piazze alberate – e turisti. Ma come la linea, anche questo programma è aperto, perchè le piazze, come ogni spazio pubblico, traggono la loro vivibilità dal saper coniugare alcuni spazi/funzione – convenzionali e condivisi – con altri indefiniti, aperti appunto all’interpretazione e alla rispettosa appropriazione dei singoli utenti.

 

Location: Bergamo, Italia
Year: 2016
With: Vittoria Bonini, Davide Vangeli