CCA manifesto

The environment of Russian contemporary architecture is interpreted as a Matryoshka of concentric landscapes rich of epiphanies. This concept works like a child game, it keeps the wonder and the smartness facing all the fragile potemkin villages built up by humans, as in front of the wideness of nature. The picture resumes the complexity of the mother, thanks to a concentric abstraction starting from big historical urban centers until the natural landscape unfriendly for human staying. Those landscapes are based on a different exposure to media and a different connection with communication facilities. Global connection gets lower and lower entering the rural or industrial districts, even though they represent the hidden soul of the country, that have been feeding its culture, poets and figurative fantasy.

The distance between these situations measures the space that contemporary architecture has to fill. Starting from a disurbanist idea, Russia distinctive feature is to deal with a wide environment, which goes over the city, linking the Esenin’s mythical Rus and the electrified tabula rasa of the industrial dream.

 

Una matrioska di paesaggi.

Un’icona della madre.

Un villaggio Potemkin.

Un gioco per bambini.

Il contesto dell’architettura contemporanea russa viene rappresentato come una matrioska di paesaggi tramata di epifanie, dall’estatica fissità d’icone. Un gioco di bambino, che conservi intatta la meraviglia e l’astuzia di fronte ai sempre fragili villaggi potemkin eretti dagli uomini così come innanzi alla meraviglia immensa della natura. Un’immagine della madre, rappresentata in tutta la sua complessità, riassunta in un’astrazione concentrica che varia dai grandi centri urbani, ricchi di storia e di cultura, alle infinite lande naturali dove la presenza stessa dell’uomo si fa difficile.

Questi paesaggi così diversi sono caratterizzati da una diversa esposizione ai mezzi di comunicazione, una diversa connessione con il mondo che si fa via via più debole man mano che ci addentriamo nella profondità dei distretti industriali o del territorio rurale, che pure rappresentano l’anima nascosta e vera del paese, che da sempre ha alimentato la sua cultura, i suoi poeti, la sua fantasia figurativa.

La distanza tra queste realtà misura lo spazio che l’architettura contemporanea deve occupare, colmare. Ripartendo dall’intuizione disurbanista che la peculiarità russa è quella di confrontarsi con un territorio immenso che va oltre la città, conciliando la Rus mitica di Esenin con la tabula rasa elettrificata del sogno produttivo industriale.

 

Proposal for a poster for the Center for Contemporary Architecture of Moscow (C:CA)